Nei pressi di Losanna, una coppia di genitori ha lasciato in eredità al figlio e alla figlia un appezzamento di terreno su un bene di famiglia, affinché entrambi gli eredi potessero costruire insieme una casa. Bisognava esaudire i desideri delle due parti per costruire due abitazioni, ciascuna con un proprio carattere distintivo. Da un lato, al pianoterra, la famiglia Matthey, con il suo desiderio di libertà e l’amore per le terrazze spaziose. I Matthey volevano l’accesso a gran parte del giardino adiacente. Dall’altro lato, la famiglia Di Dio, al primo piano. Per loro la suddivisione dei locali era di primaria importanza. I diversi modi di vivere di entrambe le famiglie e le esigenze diverse hanno come denominatore comune il comfort e la funzionalità.
L’automazione potrebbe essere un’opzione?
Cinquant’anni fa le macchine erano composte esclusivamente da pezzi meccanici, mentre oggi sono dotate di molti componenti elettronici. Il progresso è sotto gli occhi di tutti: non se ne può più fare a meno. Durante la pianificazione ci siamo posti questa domanda: «Perché non applicare lo stesso principio anche alle case?» Questa riflessione ci ha spinto a effettuare numerose ricerche su Internet, seguite da colloqui con architetti e altri interlocutori. Infine abbiamo avuto un incontro con un system integrator davvero competente.
Fiducia davanti all’evidenza degli argomenti apportati
Maurizio Di Dio è rimasto favorevolmente impressionato dalla presentazione dell’esperto: «Ci ha illustrato un progetto professionale, convincente e studiato nel dettaglio.» Gli argomenti esposti a favore dello standard KNX come pure tutte le opportunità tecniche, la flessibilità, il comfort e l’indipendenza dei sistemi e dei fornitori sono stati sorprendenti. L’opportunità di comandare l’impianto utilizzando tablet e smartphone ha destato un interesse e una curiosità enormi in tutte e due le famiglie. Inoltre, entrambe si sono dimostrate «aperte» rispetto al tema della protezione dei dati: al contrario di certi sistemi di ingegneria edile economici delle grandi imprese IT, con questa soluzione non si corre il rischio che i dati vengano impiegati per altri scopi commerciali. Non da ultimo, proprio per questo motivo, la scelta è ricaduta sulla soluzione KNX. Il messaggio dei proprietari è chiaro: «Se ci fossimo rivolti alle persone sbagliate, la domotica non sarebbe entrata in casa nostra!» La fiducia e la preparazione tecnica sono state determinanti nella scelta del sistema, come lo è stata la chiarezza con cui l’interlocutore, dalla competenza indiscussa, ci ha illustrato la funzionalità del sistema e le sue molteplici opportunità.
Flessibilità, intelligenza e capacità di trasformazione
Nella casa della famiglia Di Dio, la gestione dell’illuminazione è perfetta: durante il giorno, con l’ausilio delle superfici vetrate e delle tende comandate in base alla luminosità ambientale e alle condizioni atmosferiche. Di notte, invece, o con un comando diretto oppure mediante semplici scenari preprogrammati. Se a casa non c’è nessuno, scatta la funzione «Tutto spento»: le tende si abbassano automaticamente, così non serve controllare tutte le stanze. KNX è flessibile e facilmente equipaggiabile. Maurizio Di Dio conferma che si possono apportare modifiche all’impianto senza grandi sforzi: basta spostare un interruttore o aggiungere ad esempio delle funzioni multimediali. Il suo motto recita: «Oggi non potrei più farne a meno. Inoltre, la sicurezza sostenibile del sistema è a dir poco geniale.»
Il comando manuale resta
L’approccio all’automazione nella famiglia Matthey è un po’ diverso. Flavien Matthey esordisce così: «Non voglio essere controllato dalle funzioni della domotica. Vogliamo regolare da soli l’impianto a seconda delle nostre necessità.» Ed è ciò che avviene ad esempio con gli avvolgibili. Dato che i suoi figli corrono continuamente dentro e fuori casa, è meglio scegliere la posizione degli avvolgibili. Un grande vantaggio è che è possibile controllarne la posizione da un telecomando e modificarla a piacimento, a seconda delle necessità. Di contro, la famiglia sfrutta al massimo le opportunità fornite dall’automazione dell’illuminazione. Il rilevamento automatico di presenza, gli scenari di luce predefiniti in caso di visite da parte di familiari e amici rappresentano le funzioni che i Matthey considerano il massimo del comfort. Ma c’è una cosa che unisce entrambe le coppie: le signore apprezzano così tanto il comando a distanza via smartphone o tablet che a volte dimenticano l’esistenza dell’interruttore.
Piena soddisfazione dopo due anni di esperienza
Entrambe le coppie hanno esaminato a fondo le funzioni del loro impianto per due anni. E ne sono pienamente soddisfatte. Tra le aspettative all’inizio del progetto e l’utilizzo quotidiano del sistema di domotica c’è un abisso. Non avremmo mai potuto immaginare queste nuove opportunità. Il giudizio è unanime: «Se potessimo tornare indietro, rifaremmo esattamente la stessa scelta.»